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L’anarchico Pinelli e l’omicidio Calabresi

In Pensiero on dicembre 12, 2009 at 1:09 PM

Alle 16:37 del 12 dicembre 1969, nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in Piazza Fontana, a Milano esplode un potente ordigno che provoca l’uccisione di diciasette persone e il ferimento di altre ottantotto.

La notte del 12 dicembre, Giuseppe Pinelli, ferroviere e animatore del Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa (già staffetta partigiana nelle Brigate Bruzzi Malatesta), viene fermato dalla Polizia di Stato, come sospettato, insieme ad altre 80 persone.

Pinelli viene trattenuto per altri tre giorni nella Questura e il giorno 15 dicembre precipita dal quarto piano dello stesso palazzo.

Le successive indagini della magistratura, benché non abbiano accertato completamente la verità, non hanno più considerato il nome di Pinelli tra i possibili complici o responsabili.

Per questa ragione “l’anarchico Pinelli”, può essere ritenuto come la diciottesima vittima innocente della Strage di Piazza Fontata.

Legato all’oscura fine di Pinelli vi fu, inoltre, il nome del commissario Luigi Calabresi. Questo fino al 25 ottobre 1975, quando il PM Gerardo D’Ambrosio, nel provvedimento di archiviazione dell’inchiesta sulla morte del ferroviere, escluse la presenza di Calabresi nell’ufficio da cui precipitò Pinelli.

Il 17 maggio 1972, Luigi Calabresi fu assassinato da un commando di due uomini armati appartenenti alla formazione extraparlamentare Lotta Continua. Dopo quasi 25 anni, in Cassazione, fu decisa la condanna definitiva di Ovidio Bompressi e Leonardo Marino come esecutori materiali del delitto e di Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri, quali mandanti.

In una recente intervista di Adriano Sofri al Corriere della Sera [1], egli stesso ha ammesso la propria «corresponsabilità morale» nell’omicidio Calabresi e ricostruisce personalmente la vicenda della morte di Pinelli, escludendo la presenza del commissario in quella famosa stanza al quarto piano della Questura.

Il 31 maggio 2006 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha concesso la grazia a Ovidio Bompressi, su proposta del ministro della Giustiza Clemente Mastella.

Al di là dell’ombra che, ancora nel 2009, avvolge i fatti di Piazza Fontana, rimangono tuttora avvolte nel mistero le cause della morte dell’anarchico Pinelli.

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Con queste righe di ricostruzione di un fatto, non vogliamo rivolgere accuse nè indicare responsabili o complici di qualsivoglia delitto. Vorremmo stimolare una riflessione.

La Strage di Piazza Fontana e il caso Pinelli, sono rimasti fatti delittuosi ancora oscuri, ancora oggi, a distanza di decenni.

18 vite sono state spezzate e non c’è ancora un perché, non c’è ancora un nome dietro a tutto questo. A noi tutto questo appare “ingiusto”, non nel senso contrario alla giustezza ma contrario al senso della parola giustizia.

Giustizia [2], lat. Iustitia, da Iustus e a sua volta da Ius che significa diritto, ragione. La giustizia è quella virtù morale per la quale si osserva in sé e in altri il dovere e il diritto; Costante e perpetua volontà di dare e riconoscere a ciascuno ciò che gli è dovuto.

Piazza Fontana è la storia italiana ante-litteram e la sua conclusione, che di fatto non esiste, è racchiusa nei quattro versi del poeta Fabrizio de Andre’ racchiusi nella celebre canzone Don Raffaè:

«Prima pagina venti notizie/
ventuno ingiustizie e lo Stato che fa/
si costerna, s’indigna, s’impegna/
poi getta la spugna con gran dignità.»

Roberto Anglani

[1] www.corriere.it

[2] Francesco Bonomi – Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana

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PER SAPERNE DI PIU’

Sentenza di assoluzione di Calabresi del 1975

LA STORIA SIAMO NOI, puntata integrale sulla storia di Pinelli e Calabresi

Informazioni generali da piattaforma Wiki:

Giuseppe Pinelli

Luigi Calabresi